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Torna “Il Buco dal 1901”, uno dei ristoranti più antichi di Roma

07.07.2022

Un luogo evocativo dove si respira la Storia – quella con la ‘S’ maiuscola – immerso nei caratteristici vicoli del cuore di Roma, tra il Pantheon e piazza del Collegio Romano: Il Buco – Ristorante Toscano dal 1901, uno dei ristoranti più antichi della Capitale, dove la tradizione enogastronomica toscana è il centro di tutto, ora riapre le porte, richiama il suo storico staff e racconta la sua grande storia lunga 121 anni.

121 ANNI DI STORIA

Il Buco nasce nel 1901 come una piccola fraschetteria dei Marchesi Frescobaldi, una vera istituzione vinicola toscana. La cantina, per implementare le vendite del vino, decide di aggiungere nell’enoteca di via di Sant’Ignazio 8 una piccola proposta di cibo: pochi piatti tutti della tradizione toscana, come la ribollita, la cacciagione o i crostini. Nasce così il primo nucleo de Il Buco, che nel corso degli anni allargherà i suoi locali e la sua offerta fino a diventare un vero e proprio ristorante. Il nome stava ad indicare le piccole dimensioni del locale, un modo colloquiale con il quale i clienti chiamavano il posto. Alla fine degli anni 70 arriva poi la famiglia Cipriano, proprietari storici del locale, che ancora oggi – attraverso la persona di Francesco Cipriano – portano avanti la tradizione di famiglia. Con il re-opening – dopo lo stop iniziato nel gennaio 2022 – Francesco vuole portare avanti la grande tradizione enogastronomica toscana così come fece suo padre – inserendo qualche tocco di modernità ma sempre nel pieno rispetto del passato glorioso del locale.

GLI OSPITI ILLUSTRI

Nel corso dei decenni sono tante le personalità illustri che sono passate nelle sale del ristorante, basta dare uno sguardo alle foto dell’epoca appese sui muri. In primis i grandi intellettuali: Trilussa (che lo cita anche in alcune sue poesie), Ungaretti, Flaiano, Sartre sono solo alcuni. Poi tutta la storia della Prima Repubblica: da Andreotti, Craxi, Cossiga, fino ai tempi odierni, con i dirigenti del PD, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e altro. Molto amata dai politici, la famigerata saletta privata in fondo al locale, ideale per riunioni appartate. Poi le grandi famiglie nobiliari di Roma: Doria Pamphilj, Colonna, Grazioli sono sempre stati tra gli habituè del ristorante. Diversi anche i personaggi internazionali: da Mitterand agli sceicchi del Qatar, da Bush Senior alla regina di Norvegia.

Il Buco viene anche citato in alcune opere letterarie e cinematografiche, come nel romanzo Quer Pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda e nel film Bravissimo di Alberto Sordi.

IL MENU

Per questo importante reopening, Il Buco richiama il suo storico staff, dallo chef Martino in cucina (una vera istituzione), al mitico Alfredo a guidare la sala, la memoria storica del ristorante. La carta è una vera e propria celebrazione della cucina toscana: la carne in primis, con sua maestà la fiorentina, e la cacciagione (faraona, cinghiale, fagiano); poi i funghi (tartufi, porcini e ovoli), i salumi di cinta, i grandi formaggi, la ribollita e la pasta, come le tagliatelle ai funghi porcini o al tartufo.

  

LA CANTINA

Entrare nella cantina de Il Buco è come iniziare un viaggio indietro nel tempo attraverso un secolo di cultura enogastronimica. Oggi come allora il locale si è sempre distinto per la sua cantina ricca e variegata, basata sulle produzioni delle colline toscane, ma in cui non mancano i migliori vini della penisola da nord a sud: Tignanello, Sassicaia, Brunello di Montalcino, Flaccianello, Barbaresco Gaja e molti altri.

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