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Vino ed enoservizi esclusivi, l’ultima frontiera delle residenze di lusso

06.04.2023

Il mercato delle residenze di lusso punta sempre più su vino ed enoservizi per dare valore alla propria offerta, dalle cantine iper tecnologiche, alle wine room, all’assistenza dedicata di sommelier di grandi enoteche o case d’asta come Sotheby’s Wine
 



 

L’industria del vino ha lavorato molto bene negli ultimi decenni perché il nettare di bacco diventasse un oggetto del desiderio, sempre più associato al concetto di lusso e di stile di vita esclusivo, qualcosa di prezioso da collezionare, al pari di gioielli, auto e opere d’arte.

Questa dimensione si è progressivamente allargata e, complice la pandemia, il lusso di bere bene ha anche cambiato pelle, abbracciando una chiave per certi versi più intimista, ma non per questo meno selettiva, che mette al centro gli spazi domestici per godere appieno dell’esperienza.

Le persone hanno più tempo, interesse e desiderio per rendere il vino parte integrante delle loro vite e immergersi più a fondo nella complessità del mondo che rappresenta, per cui ciò che una volta si godeva principalmente in un ristorante oggi si può vivere in modo altrettanto piacevole e pieno a casa.

Si spiega così come il mercato delle residenze di lusso stia puntando sempre più su vino ed enoservizi per dare valore alla propria offerta. 

Sembra che non bastino più spazi all’aperto di intrattenimento condivisi, funzionalità domestiche intelligenti e ad alta efficienza energetica, materiali preziosi e sostenibili, cucine di design con elettrodomestici di livello professionale, aree per il fitness e il benessere disegnati da architetti di grido con personal trainer a disposizione h24 o servizi per gli animali domestici come stazioni di lavaggio e parchi dedicati.

I progettisti, delle strutture e delle esperienze, sono chiamati ad esplorare nuove frontiere, guardando agli stili di vita e alle passioni emergenti, e il vino sembra proprio l’elemento che può fare la differenza, come conferma un racconto dettagliato che arriva dalle colonne del New York Times.

Negli ultimi due anni le più prestigiose strutture residenziali della Grande Mela sono state concepite aumentando i servizi direttamente correlati al mondo enoico, dall’assistenza continuativa di professionisti del settore, alla creazione di spazi dedicati per degustazioni private, per non parlare delle lussuose cantine create ad hoc per ospitare le collezioni dei condomini, tutte soluzioni che per quanto costose sono assolutamente alla portata di chi spende mediamente tra 1 e 3 milioni di dollari per il proprio appartamento.

Sommelier e specialisti di case d’asta come Sotheby’s Wine o di grandi enoteche sono stati assunti come consulenti e possono essere contattati da chi ne abbia bisogno in qualunque momento, si tratti di chiarimenti su un prodotto o su un territorio, di informazioni di dettaglio rispetto a cui si voglia essere delucidati prima dell’arrivo degli ospiti, o dell’affiancamento per il servizio tout court.

Un filo diretto che consente di accedere anche all’acquisto di bottiglie molto rare di cui si garantisce la disponibilità e spazia su tutte quelle che possono essere le esigenze o le curiosità, dagli abbinamenti con il cibo alla scelta di una nuova etichetta, partendo dal presupposto che i consulenti sono già formati sulle abitudini di consumo di questi clienti speciali e possono venire incontro alle loro richieste in modo mirato.

Anche la creazione di spazi di degustazione e wine room all’interno delle strutture residenziali risponde alla stessa filosofia, favorendo la condivisione di esperienze nelle aree comuni, comprese lezioni di approfondimento sul mondo enoico.

Si tratta di veri e propri santuari per gli enofili, con pezzi da collezione in esposizione, luoghi in cui il design, l’illuminazione, la bellezza degli arredi giocano sull’importanza degli stimoli visivi per alimentare la passione per il vino.

Per non parlare delle cantine, lussuosi armadi a temperatura controllata dove possono essere conservate mediamente fino a 100 bottiglie, soluzione comoda, specie se si considera che molte persone hanno investito e curato le proprie collezioni di vini durante la pandemia.

Di pari passo con la crescita esponenziale dei fine wines come beni di investimento, ci troviamo dunque di fronte ad un nuovo modo di intendere la residenzialità di lusso, dove gli acquirenti richiedono comfort e comodità che rappresentino non solo la bella vita ma anche la migliore vita possibile, vita di cui il vino ha dimostrato di essere ormai diventato elemento centrale e imprescindibile.

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