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Accordi per il grano. Un primo passo per scongiurare la crisi mondiale, ma serve una strategia globale

26.07.2022

Il 22 luglio sono stati firmati a Instabul accordi da parte di Ucraina, Russia, Turchia e Nazioni Unite che produrranno lo sblocco di milioni di tonnellate di grano ferme nei porti del Mar Nero. Un passo essenziale per evitare una crisi alimentare mondiale.

Segnale positivo ma serve una strategia coordinata e globale affinché venga garantita a tutti, a cominciare dai più deboli, la food security” questa la posizione di Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, sull’accordo sulle esportazioni di cereali ed altri prodotti alimentari raggiunto tra Kiev e Mosca.
Il raggiungimento dell’accordo è un passo importante, anche per il nostro Paese perché, secondo una stima Filiera Italia Coldiretti, si prevede l’arrivo in Italia di 1,2 miliardi di Kg di mais e grano, e potrebbe rallentare almeno temporaneamente l’impennata dei prezzi”.
Tuttavia la situazione – prosegue Scordamaglia – è estremamente seria e richiede misure strutturali per il rilancio della produzione a livello globale a cominciare da quello europeo. La siccità in corso ridurrà ancora drasticamente la produzione, per cui la vera emergenza oggi rimane l’inflazione e l’accelerazione dei prezzi alimentari che stanno raggiungendo picchi mai visti prima”.
Il consigliere delegato di Filiera Italia riprende l’allarme lanciato solo qualche giorno fa da Larry Fink, amministratore delegato di BlackRock che al Financial Times ha spiegato che dovremmo preoccuparci più del prezzo del cibo che di quello del petrolio. “Quello che emerge oggi – conclude Scordamaglia – è proprio la centralità della food security, come diritto da garantire sempre e comunque a tutti“.

Finalmente dopo tanti tentativi andati a vuoto, questo accordo rappresenta un segnale positivo” è stato il commento del presidente di FederalimentareIvano Vacondio.

Come conseguenza alla notizia della firma, questa mattina i fondi ne hanno preso atto, riducendo i quantitativi che avevano nel loro portafoglio e causando una perdita del 5% del valore in pochi minuti – prosegue Vacondio, che aggiunge: – ora bisogna attendere le ricadute che avremo sui prezzi delle transazioni nelle borse merci tra gli operatori del settore. Uno scenario su cui sapremo di più solo nei prossimi giorni”.

“Questo accordo era comunque quello di cui avevamo bisogno non solo da un punto di vista economico per il nostro Paese, che è costretto a importare il 50% dei cereali di cui necessita, ma soprattutto per la sicurezza alimentare di paesi come quelli nord africani e del bacino del Mediterraneo. Adesso aspettiamo di conoscere i particolari dell’accordo. Bisognerà sapere al più presto la quantità e i tipi di cereali, ma anche dove e se verranno consegnati sul mercato in tempi ragionevoli” conclude il presidente di Federalimentare.

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