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Caffè Trucillo. Una seconda vita per la silverskin: da rifiuto a oro per l’agricoltura bio

30.11.2022

Caffè Trucillo e Agriges hanno dato vita insieme a un virtuoso progetto incentrato sul riciclo della silverskin, ovvero l’involucro esterno dei chicci di caffè che da scarto viene trasformato e impiegato nella produzione di fertilizzante per l’agricoltura


Trasformare lo scarto di un processo produttivo in una nuova risorsa, che viene reintrodotta nel ciclo economico, estendendone la vita e abbattendo la quantità di rifiuti da smaltire. Sono i principi cardine dell’economia circolare, che da un anno trovano applicazione nella collaborazione virtuosa tra due aziende campane: Caffè Trucillo, torrefazione proprietà dell’omonima famiglia da tre generazioni apprezzata in tutto il mondo per la qualità delle sue miscele, e Agriges, da trent’anni produttore di concimi e fertilizzanti, tra le prime quattro aziende nazionali del settore.

Da agosto 2021, Trucillo fornisce ad Agriges in media un paio di tonnellate al mese di silverskin, ovvero il rivestimento esterno che ricopre ogni chicco di caffè e che con la fase di tostatura si secca e si stacca dal chicco, che resta quindi liscio e pulito. La silverskin, solitamente, rappresenta uno scarto da inviare in discarica, in quantitativi proporzionali alla produzione di ogni azienda. Nel caso di Trucillo, la stima ad oggi è di circa 20 tonnellate all’anno: un quantitativo enorme, se consideriamo che si tratta di un materiale leggerissimo, volatile.

Grazie alle tecnologie e ai miglioramenti costantemente introdotti nel moderno sito produttivo alle porte di Salerno, la silverskin viene recuperata per aspirazione e compattata in un macchinario esterno che la aggrega in piccole parti simili al pellet. Diventa così un sottoprodotto che Trucillo invia ad Agriges, dove viene impiegata per la produzione di un ammendante organico consentito in Agricoltura Biologica.

La silverskin è preziosa – spiega il biologo Mario Funicelli, Quality Manager di Caffè Trucillo – perché è ricca di carbonio e azoto, elementi particolarmente utili in agricoltura. Quello che per la nostra filiera produttiva sarebbe uno scarto, torna utile con un’altra applicazione in ambito agricolo e per noi, che trasformiamo un prodotto proveniente dalla terra, è importante far sì che questo cerchio si chiuda con una restituzione al terreno.”

Il sottoprodotto viene raccolto da Caffè Trucillo e sottoposto a ripetute analisi e controlli nei laboratori di entrambe le aziende, per verificarne qualità e purezza. “Trattandosi di un rivestimento esterno, quindi a contatto con potenziali agenti contaminanti presenti nell’ambiente, – spiega il biotecnologo di Agriges, R&S PhD Patrizia Ambrosino, – proprio dalla silverskin è possibile capire la qualità del caffè, escludendo la presenza di contaminanti.”

L’utilizzo della silverskin per la produzione di ammendanti è parte del più ampio progetto di Agriges, “Green Path”, che vede la collaborazione dell’azienda con Università, Enti di Ricerca, Centri di Saggio e importanti realtà agricole nazionali ed internazionali, per lo sviluppo di soluzioni che massimizzino i risultati produttivi delle colture e siano sostenibili per l’ambiente e sicuri per l’utilizzatore finale. Il progetto “Green Path” rappresenta il cammino attraverso cui l’azienda si allinea alle nuove richieste della comunità europea, disegnate dalla strategia “From farm to fork”, per guidare la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente.

L’utilizzo della silverskin trova applicazione anche in altri comparti, ad esempio quello cosmetico, ma è ancora limitato a causa di scarsa disponibilità nel mercato di materia prima di alta qualità. Specifiche normative (D.lgs 75/2010; Reg UE 2018/848; Reg UE 2012/1165) definiscono gli standard analitici che il prodotto deve rispettare: “in laboratorio – continua Ambrosino – dobbiamo garantire la tracciabilità e verificare e misurare eventuale presenza di sostanze come metalli pesanti, sali di ammonio, clorati, batteri, ogm… Tutti i parametri analizzati sulla silverskin, proveniente da Trucillo, hanno evidenziato che questi elementi sono ampiamente sotto la soglia permessa dalla legge e in alcuni casi addirittura assenti.” In sostanza: solo la silverskin proveniente da un caffè “pulito” e di altissima qualità può essere utilizzata come ingrediente per produrre concimi biologici o per l’agricoltura integrata.

“Nella produzione dell’ammendante – spiega Ambrosino – l’apporto di carbonio e azoto organico dato dalla silverskin è utile al suolo agrario perché ne migliora la fertilità. La sostanza organica umificata, grazie alla microflora del terreno, costituisce un valido aiuto nella risoluzione dei cosiddetti problemi di “stanchezza del suolo.”

La silverskin Trucillo viene utilizzata come ingrediente (in concentrazioni dell’1-2% ca.) per dar vita a un prodotto fertilizzante in pellet a base vegetale consentito in Agricoltura Biologica. Pertanto, ogni tonnellata di silverskin contribuisce alla produzione di 50 tonnellate di ammendante utilizzabile per tutti i tipi di colture: arboree, orticole, industriali, cereali e colture in IV gamma.

Con il sottoprodotto si genera nuovo valore, si abbatte notevolmente la quantità di rifiuti da smaltire e i costi connessi (il 75%, nel caso di Trucillo).

Grazie a una collaborazione che si realizza tra aziende dello stesso territorio, il progetto di economia circolare è inoltre virtuoso per un approvvigionamento della materia prima che avviene a breve distanza, abbattendo costi e soprattutto emissioni in atmosfera legate alla fase di trasporto.

Per questa buona pratica e altre azioni concrete di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, Caffè Trucillo è stato citato come caso virtuoso nella recente pubblicazione “Sostenibilità e PMI”, libro edito da Egea, casa editrice della prestigiosa Università Bocconi. Tra gli altri progetti illustrati nel libro, oltre al riutilizzo della silverskin, anche il recupero dei sacchi di juta che contengono il caffè crudo: l’azienda li dona ad aziende agricole del territorio e altre attività connesse al settore agronomico, dove i sacchi vengono utilizzati per la pacciamatura, al fine di evitare l’erosione e l’impoverimento del suolo e la crescita di piante infestanti, con riutilizzo consapevole degli imballaggi e contestuale abbattimento dei rifiuti da smaltire.

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