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Dal 30 giugno scattano le sanzioni per gli esercenti che non fanno pagare col POS

28.06.2022

Scattano dal prossimo 30 giugno le sanzioni per commercianti e professionisti che non consentiranno ai propri clienti di pagare con Pos.

Come vi avevamo raccontato nel nostro articolo, da giovedì 30 giugno gli esercenti che non dovessero accettare pagamenti con carte di credito e di debito incorreranno in una sanzione amministrativa fissa di 30 euro più il 4% della transazione rifiutata.

Ad esempio, se per un acquisto di 100€ viene negato il pagamento tramite pos, la sanzione per l’esercente sarà di 34€: 30 euro fissi per la sanzione più il 4% di 100€, in questo caso pari a 4 euro.

Il Codacons, associazione dei consumatori, ricorda che le disposizioni escludono l’obbligo di pagamento con Pos in caso di oggettiva impossibilità tecnica, a causa ad esempio di un pos fuori uso o quando il terminale non ha linea. In tal caso, gli esercenti non sono passibili di sanzione. L’associazione menziona questa eventualità come un escamotage che gli esercenti potrebbero utilizzare per avere una scusa e non accettare i pagamenti elettronici.

Ma i problemi tecnici sui pagamenti elettronici sono tutt’altro che rari, anzi. Le segnalazioni di terminali non funzionanti sono numerose e all’ordine del giorno.

Delle reali difficoltà tecniche degli esercenti non si è tenuto conto quando si è deciso con che tempi si dovesse introdurre questa norma, né della necessità di incentivare l’uso del pos piuttosto che creare unilateralmente una legge punitiva. 

Più volte nel corso degli anni Confcommercio è intervenuta chiedendo l’abbattimento delle commissioni e la gratuità dei micropagamenti, ma senza un reale e concreto riscontro. E giunti alla vigilia dell’entrata in vigore della norma “punitiva”, ci sentiamo solo di lanciare l’ennesima richiesta di ascolto per gli esercenti che ogni giorno devono sostenere ingenti spese e non vogliono far gravare i costi sui consumatori. Per loro è opportuno ridiscutere certi accorgimenti che, seppure trascurabili per chi fa le leggi, possono davvero fare la differenza per i piccoli commercianti su cui si basa l’economia del nostro Paese.

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