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Contributi a fondo perduto ai birrifici artigianali: Unionbirrai procede contro il MISE e si rivolge al Capo dello Stato

17.11.2022

Continua a tardare il versamento dei contributi a fondo perduto per i birrifici artigianali previsti per sopperire alle difficoltà legate alla pandemia. Unionbirrai ha deciso di procedere per costituire in mora il MISE e inoltrare ricorso al Capo dello Stato per rimuovere l’anomalia del tetto definito dal Ministero a 5,4 milioni, a fronte dei 10 stanziati

A ben oltre un mese dalla scadenza prevista per l’erogazione del contributo a fondo perduto di 23 centesimi al litro per la produzione del 2020 destinato a sopperire a parte delle perdite causate dalle chiusure del settore Horeca nel periodo pandemico, i birrifici beneficiari continuano a non avere notizie sulla data in cui tale contributo sarà versato. Questa la motivazione per cui, dopo aver esortato una risposta dal Ministero dello Sviluppo Economico con una comunicazione ufficiale, lo scorso 29 settembre, e dopo numerosi solleciti informali, Unionbirrai, in qualità di associazione di categoria dei piccoli birrifici indipendenti italiani, ha deciso di procedere per costituire in mora il MISE, a fronte dell’inadempimento rispetto al termine previsto di 90 giorni per il versamento del contributo ai beneficiari, scaduto lo scorso 23 settembre, e inoltrare ricorso al Capo dello Stato per rimuovere l’anomalia del tetto definito dal Ministero a circa 5,4 milioni per il contributo a fondo perduto, a fronte dei 10 milioni di euro stanziati inizialmente.

“In questo contesto di difficoltà congiunturale del settore e vista la natura peculiare della misura, il ristoro comporterebbe una boccata d’aria importantissima, ma al momento sembra essere tutto bloccato a causa di ulteriori verifiche in corso, nonostante la già avvenuta pubblicazione dell’elenco dei soggetti aventi diritto – sottolinea Vittorio Ferraris, direttore generale Unionbirrai – In veste di associazione di categoria, Unionbirrai ha fin da subito promosso l’adozione di provvedimenti finalizzati al superamento della particolare situazione di criticità causata dalla perdurante emergenza da Covid-19, e il successo di questo fondo ristoro è stato ottenuto dopo mesi di durissimo lavoro, da quando ad aprile del 2020, con l’Italia da qualche settimana in lockdown, si è iniziato a dialogare con il Ministero delle Politiche Agricole per sottolineare la necessità di sopperire ai problemi provocati dalle chiusure per un prodotto deperibile e con vita estremamente corta come la birra artigianale.”

Vittorio Ferraris -Unionbirrai

Il lungo lavoro e dialogo fra Unionbirrai e i Ministeri per far fronte alle difficoltà del periodo pandemico ha portato in particolare alla definizione e stesura del Decreto che ha stabilito il contributo a fondo perduto e, in seguito, quello che a giugno 2022 ne ha determinato l’elenco degli aventi diritto. “Abbiamo continuamente monitorato tutte le fasi di questo provvedimento a favore dei birrifici, ma ad oggi sembra si siano rivelate necessarie ulteriori verifiche con l’Agenzia delle Dogane da parte del MISE, incaricato per l’erogazione, nonostante Unionbirrai avesse fornito fin dal principio chiare indicazioni sulla base delle quali determinare i volumi produttivi – prosegue Ferraris – Sono passati circa 40 giorni dalla scadenza prevista per il versamento dei contributi, pertanto riteniamo che questo disservizio non possa essere accettato, soprattutto in un momento in cui, dopo le perdite subite per la pandemia, le nostre aziende sono anche in grande crisi tra rincari energetici e aumenti dei costi generali, e il ristoro comporterebbe un importante aiuto. Per questo, per sottolineare l’inaccettabilità di quanto sta accadendo e dare un forte segnale alle istituzioni, insieme ai birrifici aventi diritto, abbiamo deciso di procedere per costituire in mora il MISE, con l’augurio che si arrivi quanto prima a una risoluzione concreta. Allo stesso tempo si è deciso di inoltrare ricorso al Capo dello Stato affinché si rimuova l’anomalia dell’abbassamento delle risorse a disposizione, dimezzate rispetto ai 10 milioni di euro stanziati inizialmente”.

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